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Carota novella di Ispica IGP

Carota di Ispica IGP | Flick on Food

Perfetta abbinata ai dolci… Mai provata con il cioccolato di Modica?

Origine

La storia della carota di Ispica inizia negli anni Cinquanta del secolo scorso, periodo in cui degli imprenditori agricoli olandesi individuarono la zona intorno a Ragusa come ideale per “controstagionalizzare” il prodotto: infatti, al contrario di quanto avviene nel Nord Europa, la carota di Ispica viene seminata in autunno e raccolta in primavera. In seguito, la coltivazione di questa verità si è progressivamente estesa anche alle province costiere di Siracusa e Catania. Il successo ottenuto dalla carota di Ispica sui mercati nazionali e internazionali è dovuta soprattutto alla sua precocità, forma e proprietà organolettiche. Contraddistinguendosi per la colorazione molto intensa e il profumo deciso, con note erbacee e fruttate, questa cultivar siciliana spicca soprattutto per il gusto dolce e la consistenza tenera. Oltre ad avere il Marchio IGP nel 2010 è nato Il Consorzio di Tutela Carota Novella di Ispica IGP, che riunisce 12 produttori delle zone interessate alla coltivazione.

In Cucina

Per la sua dolcezza e la croccantezza e le sue proprietà nutritive come lucidi, beta-carotene e sali minerali, la carota di Ispica IGP andrebbe gustata cruda, magari condita con un filo di olio dei Monti Iblei. Si beneficia al meglio delle numerose proprietà nutrizionali e antiossidanti della carota quando centrifugata anche con altra frutta e verdura: una bevanda salutare per la prima colazione. Il suo sapore unico ha invece ispirato il maestro cioccolatiere Giuseppe Rizza che l’ha abbinata al cioccolato di Modica. Se è vero che si unisce benissimo ai dolci, è altrettanto vero che è un buon accompagnamento per i formaggi stagionati, dal sapore deciso, come il caciocavallo e il ragusano DOP.

Lo Sapevi Che

Detta “Novella” perché matura tra fine febbraio e inizio di giugno, quindi il periodo che va dalla raccolta alla commercializzazione è brevissimo, caratteristica che le conferisce una freschezza unica. I siciliani la usano per stemperare il sapore di menta e aceto del coniglio in agrodolce (cunigghiu a’ stimpirata) o come guazzetto in cui far cuocere le triglie. Gli chef siciliani hanno declinato il nobile ortaggio in ogni forma e piatto, trasformandolo in tagliatelle, gnocchi, peccatucci (pasticcini secchi), conserve e confetture. Peculiare è il carotello, un liquore a base di carota di Ispica, con aggiunta di succo di agrumi.

Varietà

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