La fragola bianca dal sapore molto simile all’ananas, perfetta da mangiare fresca.
Origine
Nel nostro immaginario la fragola è associata al rosso, ma esiste una varietà che si distingue per il suo colore candido ed è naturale. La pineberry, nota come fragola albina, fragola bianca o fragola ananas, è una varietà albina appartenente al genere Fragaria. L’associazione della parola inglese “pineapple”, ovvero “ananas”, con la traduzione anglofona di “fragola” “strawberry”. Originarie del Sud America: si narra che il botanico francese Antoine Nicolas Duchesne incrociò delle qualità selvatiche per ottenere fragole-ananas più grandi e succose. Quasi tutta bianca a parte la presenza di semi di color rubino e un sapore molto simile all’ananas. A seconda del clima e della coltivazione può infatti assumere anche una tinta leggermene rosata o tendente al violaceo. Ancora poco diffusa in Italia e ha rischiato di estinguersi durante la prima metà del ‘900, ma ha resistito grazie al duro lavoro di alcuni coltivatori olandesi e dal 2010 ha trovato nuovo vigore sui mercati ortofrutticol
In Cucina
Rispetto alle altre varietà di fragole la pineberry è un frutto mediamente più calorico, dato l’elevato contenuto in carboidrati: circa 30 milligrammi per un etto di prodotto, per 120 kcal totali. Ricca di vitamina C, numerosi sali minerali ed è anche facilmente digeribile. Come le altre fragole si può mangiare fresca, aggiungerla a macedonie, come ingrediente di dolci e confetture. Negli abbinamenti di questo frutto va considerato il suo sapore molto simile a quello dell’ananas, quindi perfetto abbinato anche a piatti salati. Durante la stagione invernale e a ridosso del Natale viene spesso utilizzata per la sua colorazione, che rende incantevole ogni piatto.
Lo Sapevi Che
Rare in Italia mentre si sono diffuse in Inghilterra e negli Stati uniti, in Giappone invece la pineberry è un autentico pezzo di gioielleria dell’agricoltura. La varietà più pregiata sono le White Jewel, particolarmente chiare e prelibate. Sono vendute in vassoi da sette-otto pezzi a 40 dollari, oppure confezionate singolarmente a circa 10 dollari l’una. Oltre il costo elevato è molto difficile reperirle, in tutto il Giappone c’è solo un contadino che le coltiva, Yasuhito Teshima. Richiedono una cura enorme e hanno una resa bassissima, perché devono essere perfette: solo una su dieci supera la selezione finale e raggiunge i negozi.