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Patata turchesa

Il consiglio è di non bollirla, ma di cuocerla a vapore con la buccia per non alterare le proprietà.

Origine

La patata turchesa, o turchesca, è una varietà di patata presidio Slow Food, originaria del Sud e Centro America, il cui nome deriva dalla particolare colorazione blu-violacea della buccia. Introdotta in Europa intorno al XVI secolo, si diffuse rapidamente in Italia, soprattutto in Abruzzo. Qui, divenne un prodotto importante per l’economia del territorio montano del Gran Sasso, anche se negli anni fu sostituito da coltivazioni più produttive, rischiando l’estinzione. Dal 2001 è stato avviato un progetto di reintroduzione della patata turchesa, con l’obiettivo di incentivarne la coltivazione nelle province de L’Aquila, Teramo, Rieti e Pescara, dove viene raccolta da fine estate a ottobre.

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Dalle montagne del Gran Sasso la patata blu-violacea dai 500 anni di storia. Riconoscibile, oltre che per la buccia ricca di antiossidanti, anche per la forma bitorzoluta e la pasta bianca, la patata turchesa si presta a diverse ricette. Grazie alla sua consistenza granulosa è perfetta per la preparazione degli gnocchi, ottima come contorno tagliata a spicchi e cotta al forno, oppure fritta e alla brace! Buonissima con il baccalà e i peperoni arrostiti!

Lo Sapevi Che

La patata turchesa produce dei fiori molto particolari, dalle sfumature celesti, la cui permanenza sulla pianta può protrarsi fino a Novembre. Ma non è finita. In condizioni favorevoli, questa varietà genera anche un frutto, una bacca dal colore verde o bruno, simile ad un pomodoro. Il frutto però, a causa di alcune sostanze contenute al suo interno, è altamente tossico e quindi non commestibile!

Varietà

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