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Roveja di Civita di Cascia

Macinata a pietra, si trasforma in una farina dal retrogusto amarognolo perfetta per la farecchiata!

Origine

La Roveja è un piccolo e antico legume molto simile al pisello, dal seme colorato che va dal verde scuro al marrone, coltivato, in passato, su tutta la dorsale appenninica umbro-marchigiana, in particolare sui Monti Sibillini. Oggi, la sua coltivazione è stata abbandonata ovunque e resistono solo pochi agricoltori nella val Nerina, in particolare a Cascia dove si mantiene e si tutela una tradizione gastronomica importante data dal suo sapore unico. In questa vallata, la roveja si semina a marzo a un’altitudine che va dai 600 ai 1200 metri e si raccoglie tra la fine di luglio e l’inizio di agosto. Per custodire e tramandare la coltivazione di questo importante legume, il cui aroma ricorda la fava, il Presidio Slowfood ha coinvolto quattro produttori ai quali è stato proposto di diffondere le tecniche di coltivazione e la storia della roveja.

In Cucina

La roveja, in quanto legume, si può mangiare fresca oppure essiccata, in questo caso diventa un ottimo ingrediente per minestre, zuppe e contorni dall’alto contenuto proteico. Deve stare in ammollo almeno 12 ore e fatta bollire per 40 minuti, poi può essere passata in padella con aglio e peperoncino. Tradizionalmente, in Valnerina, la roveja viene mangiata nella farecchiata, una forma di polenta condita con un battuto di acciughe, aglio e olio extravergine d’oliva. Ottima anche il giorno successivo affettata e abbrustolita in padella. Cibo perfetto per i vegetariani!

Lo Sapevi Che

Come per la produzione di lenticchie, anche nel caso della roveja la raccolta è molto faticosa. Gli steli molto lunghi necessitano di essere falciati a mano e questo ha scoraggiato negli anni gli agricoltori. La battitura è simile a quella della lenticchia: quando la metà delle foglie diventa di colore giallo e i semi sono cerosi, a quel punto si sfalciano gli steli e si lasciano sul prato ad essiccare. Poi quando l’essicamento è completato si portano sull’aia e si trebbiano. Si deve poi liberare la granella dalle impurità con una ventilazione che avviene con setacci.

Varietà

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