Quando si parla di innovazione uno dei temi caldi è l’applicazione dei nuovi sistemi d’intelligenza artificiale a integrazione o sostituzione dell’intelligenza umana. Un trend che affascina e smuove i mercati internazionali delle startup per oltre 5 miliardi di dollari l’anno. Ma un connubio fra umano e digitale è possibile? Sì, secondo l’esperto Erik Andrejko, CTO di Wellio, che a Seeds&Chips ha detto: «Non si possono sostituire l’agricoltore o il cuoco, ma si può e si deve dare loro migliori strumenti per diventare più efficienti».
Cocktail, ricette e vini si creano con i big data
L’intelligenza artificiale ha successo per la sua capacità di personalizzare i prodotti, mettendo il cliente al centro. Come fa Foodpairing.com, piattaforma d’intelligenza artificiale che propone suggerimenti su cibo e bevande: «Usiamo un algoritmo che crea nuovi gusti a partire da ingredienti con caratteristiche in comune – racconta Johan Langenbick, cofounder di Foodpairing – e con noi collaborano circa mezzo milione di chef da tutto il mondo!»
Uno spin-off del progetto è Tailor Made, un mixer collegato ad un algoritmo che permette di creare cocktail personalizzati dosando aromi dolcezza e caratteristiche della bevanda, per allinearsi ai gusti di ognuno. Inutile dire che sta già facendo impazzire tutti i giovanissimi.
L’uso dei big data però potrebbe presto aiutare anche un’altra categoria del settore alimentare, i sommelier. Ne è sicuro Thomas Dayras, CEO di Matcha: «Abbiamo creato un sistema digitale per supportare le competenze dei sommelier perché fra qualche anno saremo tutti condizionati nelle nostre scelte dall’intelligenza artificiale»
Cucine sempre più smart, Ikea fa scuola
L’innovazione non tocca solo il settore del food, ma anche e soprattutto l’arredamento e gli elettrodomestici a supporto del mondo alimentare. Fa scuola il colosso Ikea che comincia ad integrare l’intelligenza artificiale nei suoi prodotti. Come? Con piani di cucina smart in grado di pesare gli ingredienti e suggerire ricette ma anche frigoriferi e forni connessi che dialogano fra loro e con l’utente.
Anche la statunitense Innit ha lanciato la sua cucina del futuro, smart e iperconnessa. Date di scadenza, quantità e ricette saranno tutte sotto controllo e suggerite dalla cucina stessa, grazie ad una piattaforma che mette in comunicazione tutti gli elettrodomestici sincronizzandoli fra loro con un’app.
Automatizzazione della creatività: insieme all’uomo o oltre l’uomo?
Viene allora spontanea la domanda: è la fine della creatività umana in cucina? Noi diciamo di no, anzi. Si tratta più che altro di “creatività computazionale”, ovvero una tecnologia che simula la creatività umana e che ha le potenzialità per arrivare a sostituirla senza però avere davvero quello scopo. Il vero uso è quello di potenziare le facoltà intellettive umane e offrire a chef ed esperti di settore, ma anche a semplici appassionati, nuove possibilità per nutrirsi meglio.