La popolazione mondiale sta crescendo: si stima che a metà del secolo saremo 9,7 miliardi di persone e per sfamare ogni individuo sarà necessario produrre il 50% in più del cibo attuale. «Entro il 2050 sette persone su dieci vivranno in città» ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, durante il summit Seeds&Chips. Ma come è possibile se le aree coltivabili sono sempre meno? «Servono strategie nuove per innovare il settore agricolo e portarlo direttamente dentro le aree urbane».
Orti verticali e agricoltura indoor, è iniziata l’era dell’iperlocalismo
L’agricoltura oggi si sta spostando sempre più indoor, senza l’uso di ampi spazi orizzontali. Come CoolFarm In Store, il progetto di Gonçalo Cabrita, che inserisce in una camera climatica un’ampia varietà di ortaggi in pochissimo spazio, riducendo l’intervento umano. Il CEO di CoolFarm sostiene che «il cibo verrà consumato là dove sarà prodotto: un iperlocalismo con un’agricoltura verticale, scalabile e a km zero».
Concordano le tedesche OSRAM e Agrilution muovendosi nel campo del giardinaggio smart grazie all’uso dell’illuminazione a led. In un solo elettrodomestico, infatti, hanno inserito otto varietà di ortaggi gestite da un’applicazione per smartphone. Ѐ il sistema con sostrato biodegradabile organico che riconosce poi il tipo di pianta e attiva da solo i nutrienti che servono.
Anche nei Paesi Bassi l’innovazione viaggia veloce. Alla Certhon si usa già un approccio integrato fra agricoltura verticale e trasporto, coltivando cibo sano e fresco in serre automatizzate e orti verticali a clima controllato. Idea condivisa da Philips Lighting dove ci si è resi conto che nelle serre illuminate a led la contaminazione batterica è tre volte inferiore, con qualità più alta e sprechi ridotti del 60%.
Città più verdi, gli agricoltori lavoreranno nelle aree urbane dismesse
Il progetto americano Square Roots di Tobias Peggs ha molto da insegnare sul futuro dell’urban farming. Per avvicinare gli agricoltori al consumatore finale hanno costruito un’azienda agricola idroponica nel cuore di New York. Una vera e propria rivoluzione nel settore.
Ma non si tratta solo di produzione e vendita, serve anche insegnare queste nuove tecniche, come sta facendo il CEO di Aerofarm Marc Oshima grazie alla sua scuola di coltura costruita sul tetto di una fabbrica dismessa nel New Jersey: «Bisogna avvicinare i giovani alla biologia, solo così salveremo le città e l’ambiente».
Smart City, fra 100 anni le metropoli saranno ecosistemi autosufficienti
La vera domanda che dobbiamo porci è: in che città vogliamo vivere fra 100 anni? Sporche e affollate oppure luoghi autosufficienti simili agli ecosistemi presenti in natura? La scelta ancora una volta è nostra. «Serve riciclare acqua, usare energia solare, coltivare alimenti dentro le città e ridurre gli sprechi potenziando il riciclo» sostiene Dickson Despommier, professore emerito della Columbia University.