Ottimo arrostito o bollito e accompagnato da un calice di vino rosso, dolce e profumato!
Origine
A ridosso dell’Appennino tosco romagnolo, a Caprese, un Comune in provincia di Arezzo nasce un prodotto che caratterizza il territorio da sempre: il Marrone di Caprese Michelangelo. Nel 1913 il piccolo borgo di Caprese ha legato definitivamente il proprio nome a quello del suo figlio più illustre, Michelangelo Buonarroti. ll terreno e il clima di Caprese, offrono l’ambiente ideale per il castagno, già una risorsa importante per etruschi prima e romani poi che abitavano la zona, e che hanno lasciato le loro testimonianze in diversi reperti archeologici. Inizialmente usato dalle popolazioni locali per la creazione di oggetti quali mobili e suppellettili, con il tempo si incrementò il commercio dei marroni grazie all’azione dei monaci benedettini che ne incoraggiarono la produzione. Ancora oggi il commercio dei marroni rappresenta un’ottima fonte di guadagno per le popolazioni locali.
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La caratteristica del Marrone Caprese è la sua elevata quantità di amido, che la rendeva alimento ideale per combattere i momenti di penuria di cereali nei mesi invernali, in particolare castagne secche e farina di castagne. Arrostiti, bolliti, i marroni hanno un sapore più delicato delle caldarroste, più zuccherino. Ottimi anche sbucciati, bolliti in acqua leggermente salata con rametti di finocchio selvatico. Utilizzato in molte ricette tradizionali come frittelle o nella preparazione di dolci come il famoso Montebianco.
Lo Sapevi Che
Si narra che Michelangelo Buonarroti, protagonista del rinascimento italiano e originario di Caprese Michelangelo, si cibasse regolarmente di questo frutto, sin dalla sua infanzia. Infatti, per i capresi il Marrone è stato un elemento nutritivo, usato al posto di grano e pane. Oggi a Caprese ogni due week-end di ottobre, si svolge la festa del Marrone, occasione in cui si possono gustare i marroni più freschi nel pieno della loro stagionalità che va da ottobre a dicembre.
